Analgesia in travaglio di parto

A tutt’oggi partorire spontaneamente è fondamentale sia per la crescita materna che per la formazione psicofisica del bambino: il passagio stesso attraverso il canale del parto, che non si realizza in caso di Taglio Cesareo, comporta spremitura del tessuto polmonare del nascituro e “massaggio” dello stesso per le ore in cui la madre aiuta il figlio a nascere.

La partoanalgesia determina una vasodilatazione del circolo placentare che protegge il nascituro in caso di distocia o ipoafflusso da cause ostetriche.

La partoanalgesia accompagna la donna poco preparata psicologicamente al parto spontaneo, in quanto evita le sofferenze in periodo dilatante riducendo il tempo di disagio e favorisce la nascita in periodo espulsivo, supplendo alle carenze di convinzione della madre, evitandole così, in casi specifici,  l’intervento chirurgico (taglio cesareo) e donandole la soddisfazione cui ogni donna ha diritto.

Personalmente ritengo fondamentale l’inizio dalla procedura già in periodo dilatante. Non è piu comprensibile la richiesta di dilatazione cervicale minima: la donna va seguita già in fase dilatativa precoce, con travaglio comunque già ben avviato, per evitare di ritrovare la partoriente stanca e demotivata in fase espulsiva, periodo in cui la collaborazione deve essere importante, e favorire il miglior rapporto madre-figlio già prima dell’incontro dei due.